Nel viaggio dei miei ricordi radiofonici c’è all’inizio, nel 1976, Radio Gabbiano in Corso del Popolo poi divenuta Radio Serenissima, trasferita a Dolo pochi anni dopo, forse la prima radio nata a Mestre; subito dopo Radio Mestre 103, con orizzonti politici vicini all’estrema sinistra dell’epoca, non ha avuto molta storia.
Nascono quasi contemporaneamente Radio Venezia e Radio Mestre Centrale, la prima in via Rampa Cavalcavia: ricordo che era in una mansarda all’ottavo piano, dove già venivano fuori dei personaggi radiofonici molto validi quali: Paolo Nardi, Bunny Driscol
Superstar – mi sfugge il suo vero nome – Bruna Malaguti voce femminile molto accattivante e piacevole. Radio Mestre Centrale nasce invece in via Ferro dietro Piazza Ferretto esattamente sopra la Casa del disco, negozio di dischi, di proprietà di Massimo Cossovel, nel tempo costituita in società con soci di buona levatura finanziaria. Infatti si trasferiscono in una bellissima sede in piazzale candiani con una novità importante, quella di mettere gli speaker in vetrina, si poteva cioè andare a vedere il dj che trasmetteva in vetrina.
Piazza Ferretto, il “cuore” di Mestre
Sempre in quei tempi, altre radio spuntavano come funghi, vedi radio TVA, radio Mestre 2000, vicina ad un quotidiano del tempo: il Diario. Studi e redazione del giornale erano in Corso del Popolo, sopra l’attuale Banco di Sicilia. Ancora altre radio, tipo Radio Base S.Marco Club(diventata molti anni dopo Superradio), di proprietà del negozio di dischi “Disco d’oro” di viale San Marco, e ancora Rtz Mestre Ovest, che trasmetteva in una baracchetta di legno dalle parti di Zelarino-Gazzera.
La prima sede di Novaradio, in via Bissolati
La vera novità però è nel 1977. Esattamente il 30 settembre, nasce NOVARADIO, fondata da soci fuoriusciti da Radio Mestre Centrale che costituiscono una srl con partecipazione delle “Edizioni Paoline”.
La prima radio a Mestre che trasmette pubblicità nazionale fornita da importanti gruppi di pubblicità nazionale non più solo locale, si avvale di collaboratori professionisti come attori, ad esempio Franco Micheluzzi, o presentatori con passato televisivo e radiofonico su scala nazionale, tipo Mariangela Bonfanti.
Mariangela Bonfanti
Arrivano anche i più affermati dj e speaker della radiofonia locale. Tra questi, posso dirlo, anche il sottoscritto che che viene strappato da Radio Mestre Centrale; da Radio Venezia, passa a Novaradio anche Bruna Malaguti, e ancora Max Bianchini, Dario Dedemo ecc.ecc.
Dario Dedemo
Viene creata una redazione sportiva di tutto rispetto, capitanata da Claudio Pea che si avvale di Adriano de Grandis, Claudio de Min, Alessandro Ongarato ed altri ancora. Vengono fatte per la prima volta delle dirette sportive dal Palasport e dallo Stadio Baracca.
Claudio Pea
L’emittente, però, aveva una gestione molto costosa e le entrate erano poche anche perchè Novaradio vendeva uno spot a 10 mila lire mentre Radio Base li vendeva a 500. Serviva quindi nuovo ossigeno e nuove risorse. A Novaradio entrano dei nuovi soci ed assieme a loro dei nuovi amministratori, uno dei quali è Maurizio Carlotti. Tagli, risparmi, e altro mirato a far quadrare il bilancio. Nuove iniziative: su un mio si divide Novaradio in due: Novaradio Ondauno FM 97,600, mirata ad un ascolto più maturo e dedicata alle trasmissioni culturali con informazione giornalistica. Novaradio Ondadue FM 94,900 dedicata ad un ascolto giovane e soprattutto musicale con i talk-show dei personaggi più brillanti, si cominciava anche a rispettare scalette musicali prodotte dal direttore musicale Max Mustillo sotto le direttive del direttore dei programmi (Claudio Mirci) che poco dopo assume la direzione dei programmi anche di Ondauno.
Di qui l’idea di Maurizio Carlotti, da poco uscito dall’esperienza di Tele Venezia divenuta Italia 1 per vendita da parte della stessa proprietà di Novaradio: escogitare un network radiofonico che entrava nelle radio locali: ben 14 radio venete si collegavano in determinate ore della giornata, trasmettendo dalle loro frequenze i programmi di RADIOSETTE, rete radiofonica regionale veneta.
Un’ autentica trovata: l’unico handicap era costituito dal fatto che all’epoca non esisteva l'”RDS”, quindi i programmi sembravano di Radiosette non per esempio di “Radio Belluno”. Solo più tardi, organizzando in modo diverso le radio si è riusciti a dar meglio forma all’idea di Carlotti. Peccato però, che lui se ne fosse già andato dalle parti di Mediaset. L’ho fatta in breve, neanche tanto, ma la cosa che più mi ha colpito dell’esperienza Novaradio è che è stata una sorta di “saranno famosi” , perché quasi tutti (eravamo ragazzi) si sono “posizionati bene” nella vita seguente…
Claudio Mirci