Quello delle cosiddette radio libere è un fenomeno tipico dell’Italia della seconda metà degli anni settanta: un attacco selvaggio (e d’altra parte non regolamentato) alla banda FM (88-108 Mhz) da parte di piccole associazioni di natura politica, culturale o semplicemente giovanil-ricreativa, alla ricerca di spazi per la diffusione di musiche, notizie e idee considerate solo in minima parte dai canali istituzionali. Se Radio Caroline (“radio pirata” per definizione) era costretta a trasmettere sin dagli anni sessanta da una nave che incrociava al di fuori delle acque territoriali britanniche, in nazioni europee dalla normativa meno rigida in tema di telecomunicazioni emittenti come Radio Luxembourg, Radio Montecarlo e Radio Capodistria avevano già intuito la potenzialità di una programmazione più disinvolta e meno ‘imbacchettata’, destinata principalmente ad un pubblico giovanile.
Nel palinsesto della RAI – Radio Televisione Italiana storiche trasmissioni come Bandiera Gialla (Arbore e Boncompagni, 1965-1970) avevano aperto la strada a piccoli spazi specialistici dedicati alla ‘nuova musica’ gestiti da valenti esperti del settore (Adriano Mazzoletti per il jazz, giornalisti di grido per Popoff, Per Voi Giovani e così via), ma si trattava comunque ancora di ben poca cosa rispetto alla ricchezza di una proposta spregiudicata e senza limiti di genere o di fascia oraria che da lì a poco avrebbe inondato l’etere della nostra penisola…
La data del 10 marzo 1975 (inizio delle trasmissioni di Radio Milano International, oggi Radio 101/One-O-One Network) viene indicata convenzionalmente come il punto di partenza di questa era della radiofonia italiana, anche se emittenti come Radio Parma, Radio Bologna o Radio Biella erano già attive dal 1974.
In questo panorana, RADIO CANALE 36 arriva un po’ più tardi (autunno 1976), come risultato di una sofferta scissione della preesistente Radio Mogliano (che continuò peraltro la propria attività ancora per qualche tempo, addirittura con qualche esperimento di natura televisiva…).
Il nome Canale 36 non ha nulla a che vedere con frequenze o aspetti di carattere tecnico: in quel periodo stava entrando in vigore una legge (abrogata poi dalla Regione Veneto nel 1985) che prevedeva il raggruppamento di più comuni limitrofi in “comprensori”, unità amministrative sub-provinciali preposte all’ecologia, all’economia e alla cultura. Radio Canale 36, quindi, come ideale strumento di servizio del neonato Comprensorio 36, di cui il comune di Mogliano Veneto, sede dell’emittente (a metà strada tra Venezia e Treviso) faceva parte.
In realtà il taglio ‘leggero’ prevalse da subito su quello ‘politico-culturale’, e il bacino d’utenza si allargò ben presto ad un’area decisamente più vasta, raggiungendo anche le città di Mestre e Treviso malgrado gli “accavallamenti” di frequenza con alcune tra le già numerose emittenti private del circondario. Quando venne installato un ripetitore sul Monte Cesen (o sul Cansiglio?), Radio Canale 36 divenne inaspettatamente popolare anche nelle zone di Valdobbiadene, Conegliano e Vittorio Veneto, dando vita ad un inedito ‘filo diretto’ tra la pedemontana trevigiana e l’hinterland veneziano.
Il primo palinsesto fu costruito soprattutto in base alla disponibilità oraria dei conduttori, principalmente studenti che offrivano la propria collaborazione in maniera del tutto volontaria (almeno per i primi tempi). Poteva succedere che a un programma di “dediche radiofoniche” (già un classico di Radio Capodistria) del primo pomeriggio seguissero un paio d’ore di musica rock o d’avanguardia, per poi tornare a una conduzione stile discoteca, intervallata da rubriche e notiziari, per tutto il resto della giornata. Ma si passò presto alla definizione di ben precise fasce orarie (intrattenimento molto “parlato” la mattina, easy-listening nel pomeriggio, “programmi specializzati” nel dopocena e musica soft con conduzione “confidenziale” in finale di serata).
Una Direzione Programmi (grande Lorenzo…) attenta a quanto già avveniva nelle emittenti commerciali più affermate (preludio agli odierni network) impose successivamente un ritmo di conduzione più serrato, con grande cura per dettagli di regia (“attacchi”, “stacchi”, “jingles” etc) fino ad allora affidati più al caso o all’abilità dei singoli. Criteri ben precisi e codificabili, in parte mutuati da quel tipo di esperienza “dal vero” dietro alla console di una discoteca che alcuni deejay di RC36 già cominciavano a praticare.
Furono anche introdotti i concetti di Playlist e Top-Record (brani di nuova pubblicazione praticamente “imposti”, da inserire in scaletta o da riproporre a orari prefissati). In realtà tutto ciò non era ancora frutto di strategie concordate con distributori o case discografiche (al massimo di rapporti pubblicitari con qualche negozio di dischi…), ma conferiva alla radio un’aria molto “professionale”.
Di questi criteri di “conduzione spigliata” beneficiarono anche i programmi della “fascia specializzata” (Studio 3-6, tutti i dettagli nella relativa pagina myspace), in onda tutte le sere dalle 21 alle 23 (domenica esclusa) e in versione più “leggera” durante il periodo estivo come Studio 3-6 Situazione Ascolto (ovvero meno chiacchiere e musica più “scorrevole”….).
fonte autorizzata: http://www.myspace.com/radiocanale 36